Il celebre trattato della jettatura

Nicola Valletta


(La jettatura esiste come lo prova la ragione –
l’autorità degli antichi – l’esperienza
quotidiana – Varie specie di iettatura –
modi di combatterla e di
evitarla, ecc.)

Prefazione

Per poter comprendere nella nostra «Biblioteca Magica» questo famoso opuscolo, le cui numerose ristampe sono andate esaurendosi rapidamente da circa un secolo a questa parte, abbiamo dovuto risolverci a un sagrificio.

Lo spazio assegnato ai nostri volumetti non ci consentiva di comprendere l'operetta curiosa e piacevole che a patto di abbreviarla. Questo non abbiamo voluto fare, e piuttosto che mutilare i ragionamenti in difesa del Fascino, ci siamo rassegnati a sopprimere le note copiose di cui ogni pagina era sovraccaricata. Oseremmo quasi di affermare che in tal modo, liberata dal gran fardello di erudizione greco-romana, l'opera del famoso magistrato napoletano si presenta ai lettori non meno dotta che sia col corredo delle note ma a ogni modo più snella e geniale

Cosi essa valga coi suoi consigli ad allontanare da tutti i nostri lettori i pericoli della jettatura, che sono molto più gravi delle note latine soppresse.

X. X. X.

RAGIONAMENTI IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA

1. Se l'uomo non giunge a comprendere la jettatura, non è perciò, che non sia vera.

Ma pazienza per poco, Signori miei, pazienza. Correte troppo in fretta a condannar, come sciocco e puerile l'argomento, che imprendo a trattare! Non ridete ancora. O siete voi nel numero di quei Giudici, che decidono la causa, secondo che più il destro lor viene, o ha lo stomaco fatta buona, o cattiva digestione, senza sentir le parti? Per condannarmi a portar le calzette e brache, ed a soffrir la sferza magistrale sulle chiappe, e ci vuol un processo, sapete? Non credo, no, che vi facciate dominare dalla prevenzione, e siate come quelli sputatondi, che per sembrar dotti, rabbuffano il volto, non portan polvere alla zazzera, e quel che non giungono ad intendere, pedantescamente disprezzano. Quanti di questi cotaloni mi si scaglieranno dietro, tacciandomi come Avvocato delle disperate liti! Eppure dovrebber meglior pensare che l'umana debolissima intelligenza non è misura adeguata del vero; a che l'Universo ripieno di verità indubitabili nel tempo stesso, ed incomprensibili, e le infinite meraviglie della natura, abbiano a reprimere una volta la presuntuosa confidenza dello spirito umano, e convincerlo della sua debolezza. Come potrà un cieco nato credere a chi di colori per avventura gli ragionasse? Geme intanto tuttogiorno l'umanità sotto gl'influssi funestissimi della jettatura; e vi ha di cui non sente il suo peso, anzi libero se ne crede, ed ama piuttosto di attribuire senza religione al fato fatuo, ed alla sorte, nomi vani del gentilesimo, ciò che non è, se non effetto di alcune naturali cagioni, che per poca attenzione non ben si ravvisano, ma colla sperienza chiaramente si manifestano. Quindi è, che i veri Sapienti, che han bene inteso il fatto loro, e quello degli altri, han sempremai prestata tutta la fede alla jettatura, e nella socievol vita, nella quale madre Natura ci ha per nostro bene, e vicendevol vantaggio situati, hanno, più de' cani o serpenti, evitati i malefici jettatori. Anzi a me pare che abbiano tutte le Nazioni alla jettatura creduto. E perciò, a marcio dispetto de' falsi letterati, mi è caduto in animo di mostrarvela con argomenti di sperienza, e di ragione, che due faci sono, de' giudizii nostri regolatrici. Io combattendo così il colosso del pregiudizio, figlio dell'ignoranza ed irreconciliabil nemico della sapienza, per un grillo, che m'è saltato in testa, spero di esser più giovevole all'umanità con questo mio festivo cicaleccio, che non sono stati tanti sacri ingegni colle invenzioni delle arti, e delle scienze, che per altro rendon beata la vita: s'è vero, com'è verissimo, che il fuggire i mali sia più interessante dell'acquisto de' beni. Io reco in mezzo tutti i principii della jettatura, perchè si possa evitare. Ed a tre punti atterrassi questa tiritera, che ho schiccherata per ingannare il tempo di una mia Villeggiatura. Primamente, facendola da storico, mostrerò, che sempre al Mondo da' più saggi alla jettatura si è creduto; e recherò insieme non pochi esempii d'essa. In secondo luogo verrò da Filosofo a vederne le cagioni. Il terzo punto sarà di pratica, e mostrerà i segni da conoscerla e il modo d'evitarla. Felice me, se mi riuscisse di persuadervi di una verità, della quale vengo, con poche chiacchiere a squarciare il denso velo ov'è involta! o almeno, se folgori di eloquenza a me mancano, e sarà il grave argomento scevero delle opportune riflessioni, per la povertà del mio ingegno, potessi destare più sublimi ed elevati genii, che il mio non è, alla difesa di un punto tanto interessante, quant'è il viver felice!

2. Colla voce Fascino, e jettatura non intendo cosa diabolica.

Ma oh Dio! e dove mi trovo! Il credereste, Accademici? Io mi son messo a gracchiar di cosa, che non so in mia coscienza ancora, che sia. E volesse Domeneddio, che nel mondo io solo fossi di questa pasta! Un maestro di Filosofia, e maestro non da dozzina, a' scolari che diceano di aver capita la lezione, rispose di non averla capita lui, che l'avea spiegata. Veniamo a noi. Ciò, che gli antichi diceano fascino, diciam noi jettatura: voce nella nostra Nazione già ricevuta pel Napoletano graziosissimo idioma; anzi più estesa di quella, e più espressiva. Ma jettatura! fascino! che roba è questa! Per comprendere intanto il senso di fascino, apro certi polverosi libracci, e trovo, che alcuni animali cerretani con discorso inconcludente, chiamino fascino una magica illusione de' sensi, onde appaiano le cose agli occhi nostri tutt'altro da quel che sono, e così c'inganniamo: ovvero una perniciosa qualità ingerita per arte diabolica, e prestigi: cosicchè in virtù del patto espresso, o tacito, fra gli uomini e il demonio, questi offenda altri al guardar del malefico, diffondendo qualità cattive per l'aria circostante; la quale infetta così, comunichi il male al corpo di chi viene a respirarla. Guardimi Dio! co i diavoli non voglio averci che fare; nè m'intendo punto, nè poco di Magia, sia negra, sia del color pallidetto a modo del volto delle donne. E se altra idea non vi è della voce fascino, statevi bene, Uditori. Basteravvi avere inteso il proemio.

3. Ma naturale influsso cattivo.

Ma piano: fermatevi. Grattandomi il cucuzzolo, ora mi ricordo felicemente, che quando io leggeva sempre e leggeva (che non l'avessi mai fatto; perchè sarei grasso, e tondo, non già una notomia ambulante, qual mi sono!), ritrovai di molti autori, che autorizzando dicono, prendersi fascino pur anche per cosa naturale, vale a dire per una lesione che si apporti altrui, spesso nascente da odio, amore, invidia del bello, e tramandato per mezzo degli occhi, della lingua, del contatto, generalmente dal corpo nocivo; in virtù ancora, siccome alcuni opinano, de’ celesti influssi, che a render taluno fascinatore concorrono. Ora va bene. In questo senso intendo parlare del fascino. Io il chiamo jettatura, e gli do significato più esteso, cioè per ogni nocumento, che l'uomo riceve in sè, o nelle sue cose per cattivi influssi naturalmente tramandati da altri nomini. Sentitemi bene, o mangiapani, che col vostro imprudente zelo nocete anzi che no; e voi barbassori, che nei Caffè trinciate altrui il saio. Non mi calunniate.

4. Etimologia delle voci Fascino e Jettatura.

E per ordir dall'uovo, la stessa voce jettatura, fatta già cittadina per prescrizione, è nata dal gittarsi su di alcuno gli occhi attenti, ed immoti. I Toscani dicono affascinamento, mal d'occhio. Tal'è ancora la vecchia, e vera etimologia della voce fascino. Perciocchè (lasciando da banda, che alcuni l'han dedotta dalle fasce, le quali per lo più di tre colori composte, si adoperavano da' fascinatori malvagi. Festo fascinum, deriva a fando cioè incantando. Opinavano in fatti i primi padri nostri, che alcune parole, come versi composte, e concinnate, potessero sedar tempeste, l'amore altrui conciliare, curare morbi, addolcire i serpenti, e che so io. Di qui, che canto talvolta per incanto si usurpa:

Frigidus In prato cantando rumpitur anguis

Fascinuminvidianimiumviderejettano

Siffatta originazione è più consentanea alla nostra bella voce jettatura, che agli occhi principalmente attribuir sogliamo; allorchè alcuni jettatori incontrandoci o stando a noi rimpetto, od à fianchi, il gioco, gli affari, i fatti, e la persona nostra ancora viene a male, e rovina.